MANIFESTAZIONE

MANIFESTAZIONE ESODATI 13 APRILE ROMA

domenica 11 marzo 2012

LETTERA APERTA ALLA FORNERO

AUTORE: CORRADO RAVERA




lettera già inviata alla Fornero un mese fa, ripetuta due settimane fa, e ancora ripetuta stasera, (sempre con gli allegati)

indirizzata a:

ministrofornero@lavoro.gov.it
segreteriaguerra@lavoro.gov.it
caposegreteriaviceministro@lavoro.gov.it

On. Ministro Fornero,
sono marito di una insegnante , una "ragazza del 52", che sino a un anno fa sarebbe dovuta andare in pensione l'anno prossimo, cosa per cui avevamo programmato persino il trasferimento in altra città, non arrivando solo per un fortuito caso a concludere l'acquisto di una abitazione per il trasferimento, e che ora non si sa che fine farà.
Le ho (ingenuamente, lo ammetto, ma con la solita mia ostinazione) scritto su questo argomento una lettera con le mie rimostranze per la iniquità della manovra sulle pensioni, sia per la manovra in se stessa, sia perchè si è pensato come prima, anzi unica soluzione a depredare i Cittadini Italiani più indifesi dai loro beni. Ciò è avvenuto nel momento in cui, mandando all'aria il patto per il quale ognuno di loro aveva scelto la propria strada professionale, lavorativa e quindi pattuito doveri, compensi, tempi, improvvisamente, in nome della "crisi" si è riversato ogni onere da essa derivato sui lavoratori dipendenti, e in specie sui dipendenti pubblici, e ancor più della scuola, (ormai un autentico ghetto) bloccando loro gli adeguamenti al costo della vita per due anni avendo cura di rendere efficace tale provvedimento accelerando l'inflazione con aumenti di IVA, tasse varie, costo carburanti, riducendo quindi loro di fatto per sempre gli stipendi, e facendo poi lo stesso sulle pensioni, e infine dando una mazzata nelle ginocchia di chi aveva programmato la sua vita pensando di poter concludere la sua carriera lavorativa secondo modi e tempi pattuiti, e magari assumendo anche qualche impegno economico facendo affidamento sulla liquidazione, da percepire da parte del più solido ed affidabile dei contraenti, cioè lo Stato.
Invece si sono improvvisamente trovati truffati in tutto, con numerosi anni di lavoro in più da compiere, in un periodo, tra l'altro, in cui le prestazioni psico-fisiche cominciano a mostrare le proprie carenze.
E tutto ciò con conseguenze anche drammatiche, con buona pace di chi (penso per es. al Feltri) irride a queste reazioni, e checchè ne pensino gli stessi Professori autori di queste iniziative, con conseguenze sia psicologiche che economiche, oltre che fisiche, dovendo per esempio le maestre continuare fino a quasi 70 anni a correre dietro a bambini, sempre vivaci, e divenuti sempre più maleducati, voglio dire male-educati da genitori spesso ancor più male-educati, con l'appoggio di dirigenti cui parrrebbe quasi sia stato stato dato un mandato di tipo commerciale: innanzitutto sempre più clienti, e il cliente ha sempre ragione, come fossero dirigenti di un supermercato.
Nella lettera che le ho inviato, Ministro Foriero, ho riportato e allegato le risultanze di autorevoli studi condotti in Italia (La Medicina del Lavoro N. 5 – AD 2004), Germania, USA (High breast cancer incidence rates among California teachers: results from the California Teachers Study - United States), le cui conclusioni unanimi portano a considerare l'insegnamento un lavoro stressante, fino a produrre disturbi psichiatrici anche gravi e neoplasie in misura molto maggiore che in altri mestieri e professioni.
Non so se Lei o qualcun altro leggerà mai questa mia nota, e comunque, per mia irriducibile ostinazione, spero di sì, e dunque confido che delle richieste e delle motivazioni in essa esposte si tenga conto. Comunque non finirò di lottare per riappropriarmi di quello che ritengo un diritto di cui sono stato illegittimamente privato con un provvedimento iniquo con cui si è scelto di colpire la fascia di popolazione più debole e disarticolata quale pozzo da cui attingere impunemente e agnello sacrificale da mostrare all’Europa quale segno di forza e controllo di codesto Governo nei confronti del Popolo Italiano.
Corrado Ravera

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